Polmone e medicina biologica

Polmone e medicina biologica

Polmone e medicina biologica
Polmone e medicina biologica

La medicina biologica osserva  il polmone  come un tessuto che realizza la soluzione a precise situazioni conflittuali realizzate nei complessi processi dell’evoluzione. La comprensione del senso biologico di un tessuto o organo favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali che la malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nel polmone è dunuq premessa per la conflittolisi e contribuisce al decorso delle sue possibili malattie. Il polmone è l’organo essenziale per la respirazione, ovvero la sua  funzione è di trasportare ossigeno dall’atmosfera al sangue e di espellere anidride carbonica dal sangue all’atmosfera.

Questo scambio di gas è compiuto da cellule altamente specializzate configurate in alveoli. Gli alveoli sono piccole cavità ricoperte solo da un unico strato di sottile epitelio, per consentire gli scambi gassosi. Nei polmoni vi sono innumerevoli alveoli  per disporre di un’enorme superficie di scambio anidride carbonica/ossigeno ovvero sono quasi 200m² in uno spazio piuttosto contenuto. Durante l’evoluzione la necessità dei polmoni comparve con la conquista della terraferma. Nei pesci sono le branchie  che provvedono a questa capacità biologica. L’acqua, ricca di ossigeno,  scorre lungo le branchie e i liquidi provenienti dai tessuti ricchi di anidride carbonica cedono per diffusione queste sostanze per arricchirsi di ossigeno proveniente dall’acqua.  Le branche possono estrarre oltre l’80% dell’ossigeno presente in acqua. Per i polmoni dei mammiferi  il limite è del 50%. La comparsa di tessuto polmonare nell’evoluzione della vita, è  strettamente legata alla conquista della terraferma e all’anfibio.

Il pianeta terra per lo sviluppo della vita, è legato all’interferenza  del suo satellite luna e alla sua azione stabilizzatrice. Una di queste interferenze è il fenomeno delle maree. Infatti la forza di gravità esercitata dalla luna sulla terra è ben più forte di quella del sole, per via della vicinanza. L’attrazione esercitata dalla luna sull’acqua deforma il suo assetto  ciclicamente, creando il fenomeno delle maree. La zona cotidale è quella parte del mare che in certe posizioni della luna diventa temporaneamente terraferma. Alla successiva marea  essa verrà nuovamente ricoperta dall’acqua.  In fase di bassa marea nella zona cotidale,  da sempre, rimangono pesci e altre forma di vita acquatica  che non sono stati sufficientemente sincroni al movimento delle maree.  Un pesce “spiaggiato” nella zona cotidale muore  per soffocamento non disponendo di un organo idoneo ad estrarre ossigeno dall’aria.  La morte del pesce “spiaggiato” deve essersi ripetuta  innumerevoli volte prima che una variante di vita acquatica abbozzasse dal tessuto digestivo il germe dei futuri polmoni.  Infatti nell’evoluzione il tessuto polmonare deriva da una neoplasia del tessuto digestivo. Questo tessuto si pone in  relazione con il conflitto dell’acquisizione. Generalmente il digerente si occupa di acquisizione di cibo. Nel  caso dei polmoni  si tratta  di acquisizione di ossigeno dall’aria. In ogni caso è stato il sistema digerente a mutare la propria dignità cellulare verso quel tessuto che nel tempo configurerà il polmone. Successivamente alla conquista della terraferma, le branchie  involveranno in quanto  non più necessarie a quelle specie  che colonizzeranno definitivamente la parte asciutta della terra. Dunque il polmone è un tessuto che risponde al conflitto biologico di morire  del pesce “spiaggiato” nella zona cotidale. Cosi come le maree sono un ritmo anche il respiro operato da tessuto polmonare sarà ritmico.  Nel tessuto polmonare troviamo la capacità biologica di sfuggire a morte imminente, portando aria dentro i corpi, quasi fosse  cibo.

Il legame tra polmone e vita  è talmente stretto che in tutte le culture si considera come inizio della vita il primo respiro  ed il suo termine l’esalazione dell’ultimo respiro. concepimento.  In medicina biologica il campo emozionale coerente con il tessuto polmonare, è la tristezza. La normotristezza è la capacità emozionale di occuparsi di sé  e dunque precede la scoperta del proprio mondo interiore. La normotristezza è anche quell’equilibrio che permette a colui che muore, di affrontare il passaggio verso una nuova condizione. La vita evolve verso la coscienza. Tale processo implica ad un certo livello di consapevolezza, il superamento della necessita del corpo.  Il polmone è dunque un tessuto che racchiude una esperienza biologica particolare, ovvero la morte imminente del proprio corpo.  Ogni qualvolta un essere umano è sottoposto ad un conflitto attivo, risentito con la tematica codificata dall’evoluzione, allora le parti più antiche del SNC attivano  i tessuti che tale conflitto hanno gestito con successo. Il polmone  è implicato ogni volta che un paziente ha un risentito emotivo connesso al  conflitto biologico di morte imminente.

Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta.  Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma

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