Stomaco e medicina biologica

Stomaco e medicina biologica

Stomaco e medicina biologica
Stomaco e medicina biologica

La medicina biologica osserva lo stomaco come una soluzione evolutiva a precise situazioni conflittuali. La comprensione del senso biologico di un tessuto o organo nell’evoluzione, favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali che la sua malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nelle malattie di stomaco è premessa per la conflittolisi e contribuisce al loro decorso. Lo stomaco è parte dell’apparato digerente e svolge la seconda fase della digestione, ovvero quella successiva alla masticazione.  Lo stomaco umano ha la forma di una sacca ed  occupa topograficamente una regione centrale nel corpo pur presentando notevole variabilità di forma e posizione a seconda della costituzione e del suo riempimento.  Lo stomaco svolge la funzione di acquisire il nutriente e  scomporlo in una porzione assimilabile e una non assimilabile destinata alla successiva evacuazione.

Tutte le funzioni del corpo umano hanno una prefigurazione biologica nell’unicellulare. L’acquisizione di cibo nell’unicellulare viene attuata tramite il processo della fagocitosi. La fagocitosi è un processo attraverso il quale l’unicellulare, internalizza il cibo tramite la modificazione della forma della sua membrana plasmatica che si invagina per racchiudere il materiale da introdurre nella cellula in una vescicola.  In questa vescicola si svolgono i processi di natura digestiva dei nutrienti acquisiti. Lo stomaco come la fagocitosi  risolvono uno dei conflitti biologici più antichi nella storia della vita sul pianeta. Acquisire nutrimento per il mantenimento della vita stessa.  La soluzione della problematica di acquisizione ha una doppia finalità biologica: sia portare cibo dentro il proprio organismo per poterlo elaborare, sia sottrarlo in tal modo alla concorrenza. Acquisire nutrimento  per sopravvivere è forse la capacità biologica più antica  ottenuta tramite soluzione di un conflitto biologico. Da quel momento tutte le problematiche di acquisizione diventeranno di sinonimo di soluzione conflittuale. Infatti la culminante di tali soluzioni è denominata, nella Medicina Tradizionale Cinese,  costituzione acquisita con sede nell’ orbita funzionale  stomaco.  Tale costituzione è la somma delle soluzioni conflittuali ottenute dal singolo individuo. Alla costituzione acquisita si contrappone la costituzione ereditata, ovvero la somma delle soluzioni conflittuali dei precursori biologici trasmesse geneticamente all’atto del concepimento.  La vita che evolve in complessità sempre maggiori, ripropone ad ogni passaggio il conflitto biologico dell’ acquisizione e la sua soluzione nel valorizzare il conflitto stesso come un  sorta di “nutriente”. Senza conflitti da condurre a soluzione non esisterebbe pertanto la vita.  Negli organismi multicellulari complessi, la fagocitosi e le sue funzioni scivolano nelle funzioni svolte dallo stomaco.  L’individuo che affronta un conflitto  e  trova la soluzione acquisisce una capacità. Il processo è lo stesso di acquisire il “carburante” della vita tramite internalizzazione di un elemento valorizzato come nutriente. Nello stomaco sono allocate tutte le soluzioni conflittuali non solo quelle legate al cibo. Il processo di acquisizione di “carburante” infatti, non è soltanto legato all’assorbimento di lipidi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.  Tutti i processi di acquisizione fisica emotiva e spirituale sono per scivolamento, una facoltà legata allo stomaco. Ogni qual volta un uomo affronta un qualsiasi  conflitto e ne trova una soluzione, essa si comporta come con il “panino” che mangia. L’uomo acquisisce qualcosa. Le soluzioni di problematiche emozionali , intellettuali e spirituali sono valutate e valorizzate come un nutriente per la vita e la sua evoluzione.  “ L’uomo non vive di solo pane” implica che il suo nutrimento è acquisire capacità tramite soluzioni a conflitti.  La vita evolve  per sequenze conflittuali che trovano soluzioni. Ad ogni passaggio l’uomo cresce. Cresce nel corpo per valorizzazione degli elementi chimici che sono il carburante della vita. Ma l’uomo cresce anche tramite le acquisizioni di  capacità più complesse.  Tutte le facoltà più elevate dell’uomo sono soluzioni a precedenti conflitti. Il tessuto stomaco li include tutti, sotto il parametro dell’acquisizione.   Il campo emozionale coerente ad acquisizione, è la riflessione. Il campo emozionale riflessione è quella facoltà che permette ad un uomo,  anche dopo aver provato emozioni  estreme, di tornare in sé centrandosi.  L’essere umano acquisisce  pertanto nuova capacità  quando dopo aver provato emozioni  molto forti, torna in equilibrio. Se da un’esperienza emotivamente intensa  si accresce la capacità di attraversarla indenne allora questa esperienza si comporta come nutrimento dell’anima.  La normoriflessione è pertanto il corrispettivo emozionale della facoltà di acquisire. Oltre l’ acquisizione di nutrienti somatici, l’uomo avrà bisogno però di nutrienti emotivi, cognitivi e spirituali. Questi sono idonei alla sua crescita e vengono somministrati dall’habitat nel quale l’uomo cresce, ovvero la famiglia, il clan e tutti gli scivolamenti del termine.

Il malato soffre a livello tissulare su stomaco quando non gli è possibile acquisire qualcosa che per lui è risentita come il nutriente di cui necessita. Per l’animale, questo può essere concretamente un boccone di cibo. Per l’essere umano, l’acquisizione implica tutti gli scivolamenti affettivi e intellettuali. Acquisire una nozione, acquisire una  posizione sociale , acquisire una relazione, acquisire una vincita, sono solo alcune delle infinite possibilità  tramite le quali  se l’acquisizione sfugge, può formarsi una reazione tissulare su stomaco. Per esempio, un uomo che si presenta ad un colloquio o ad un concorso per un lavoro, può ritenere tale lavoro acquisibile. Nell’ immaginazione di tale uomo può avvenire che il desiderio di ottenere tale lavoro  divenga qualcosa di molto concreto, ovvero quasi ottenuto. Se poi  alla fine delle procedure legate alla selezione del   più idoneo al lavoro, egli vede un suo collega ottenere al suo posto il lavoro anelato, allora potrebbe risentire questo evento come mancata acquisizione. Per l’animale la situazione è molto più semplice. Due  o più esemplari si contendono del cibo che non basta per tutti. In questa situazione il nutriente è materialmente il cibo. A livello umano il lavoro ricercato può essere immaginato come un “ nutriente” e pertanto le risposte somatiche possono implicare lo stomaco come se il lavoro fosse “pane”.  Le condizioni per le quali questo accade sono sempre le stesse. Il malato vive il conflitto improvvisamente ed intensamente rimanendo sprovvisto di una soluzione risentita essenziale. In queste condizioni le parti antiche del suo SNC, attivano quei tessuti che sono state soluzioni evolutive a problemi di acquisizione.

Lo stomaco è per l’essere umano dunque molto di più di un organo digestivo, rappresenta a livello di tessuto e dunque corporale, la possibilità di acquisire a tutti  gli altri livelli successivi. La massima acquisizione è la acquisizione spirituale. A livello simbolico, ma sempre corrispondente a  tessuti, questo processo è una forma di “mangiare Dio” .   L’indicazione di questo legame profondo  tra acquisire Dio e mangiare Dio, trova espressione nel rituale cattolico dell’ultima cena.  Gli apostoli al culmine di un processo evolutivo individuale, mangiano un pasto rituale dal significato inequivocabile. Il significato dei rituali di tutte le religioni, mantiene il senso indicato dall’evoluzione dei tessuti.

Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia del seno è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta.  Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma