Sindrome di Marshall e medicina biologica

Sindrome di Marshall e medicina biologica

SIndrome di Marshall
SIndrome di Marshall

La medicina biologica nei bambini con sindrome di Marshall è utile per favorire la comprensione nei loro genitori del senso che la malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nel sindrome di Marshall è premessa per la conflittolisi e contribuisce al decorso della malattia. La sindrome di Marshall o PFAPA Periodic fever, aphthous stomatitis, pharyngitis and adenitis or cervical adenopathy è una sindrome che colpisce i bambini. Si tratta di una stomatite aftosa con febbre alta che recidiva periodicamente ad intervalli circalunari. Secondo la medicina convenzionale non sono note le cause della sindrome, ma si osserva comunque un disturbo nel controllo dell’infiammazione senza componenti dovute a contagio.

La sindrome di Marshall può affliggere bambini di ambo i sessi, anche se compare più frequentemente  nei maschietti.  La sindrome di Marshall impegna generlamente i bambini al di sotto dei 5 anni di età e si esprime con un corteo sintomatologico ripetuto ad intervalli:

  • stomatite aftosa
  • febbre alta
  • faringite
  • adenopatia cervicale

La febbre,  in modo piuttosto improvviso, si presenta immediatamente con valori elevati, dura di norma alcuni giorni ed è il sintomo della sindrome di Marshall che perdura durante tutta l’espressione della malattia. Raramente compaiono mal di testa, mal di pancia, nausea, malessere, dolori muscolari diffusi. Durante l’intervallo tra un episodio di sindrome di Marshall e il successivo i bambini non presentano sintomi particolari.  La sindrome di Marshall non è considerata pericolosa e si risolve generalmente con la crescita, senza alcuna conseguenza sulla salute dei bambini. La diagnosi si basa sull’ osservazione della periodicità circalunare del quadro sintomatologico e sulla esclusione di una componente infettiva tramite indagini di laboratorio. I parametri di laboratorio positivi sono solo quelli dell’ infiammazione come Ves e Pcr.  Il trattamento in medicina convenzionale  è sintomatico e impegna spesso il cortisone. Questa procedura evidenzia però problematiche tra invasività della cura rispetto alla scarsa rischiosità della sindrome di Marshall. Inoltre la somministrazione di cortisone pur consentendo una regressione dei sintomi,  potrebbe essere causa di una comparsa più ravvicinata nel tempo dell’episodio successivo. Nella sindrome di Marshall sono francamente controindicati invece gli antibiotici.

La sindrome di Marshall dei bambini è per la medicina biologica una risposta adattativa ad un conflitto patito dai piccoli pazienti o dai loro genitori, principalmente da quello dei due risentito come materno. Il campo emozionale dei bambini nella fascia di età in cui è maggiormente frequente la sindrome di Marshall, non è disgiunto ancora dal campo emozionale materno. Pertanto l’indagine in medicina biologica spesso si estende di bambini affetti da patologia ai loro genitori. Il conflitto biologico spesso implicato nella sindrome di Marshall è connesso al “boccone” ovvero alla capacità captativa del necessario al proprio sostentamento e sopravvivenza. La stomatite infatti rappresenta per il sistema nervoso centrale SNC arcaico, una risposta adattativa tesa ad aumentare la captazione di un boccone estendendo la la superficie assorbente della mucosa tramite ulcerazione della stessa. Il conflitto di insufficiente captazione è pertanto patito ogni qualvolta un “boccone” è quasi preso, ma poi perso inaspettatamente. La periodicità circalunare delle recidive patite dai bambini affetti da sindrome di Marshall indica la stretta dipendenza di questa malattia dalla figura del clan risentita come madre. La captazione del “boccone” è nella piccola infanzia una funzione assisitita in modo particolare dalla madre. Il distacco da questa assistenza importante al momento dell’ affidamento di bambini al nido o ai processi di successiva scolarizzazione è spesso il momento nel quale avviene la prima espressione  della sindrome di Marshall. Questo possibilità riguarda il risentito del bambino. Si osserva però altrettanto sindrome di Marshall nei bambini quando colui che a perdere inaspettatamente il boccoene da captare è il genitore risentito come madre.

Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate dalla sindrome di Marshall non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo di bambini . Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “meccanica” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.  L’analisi delle sofferenze patite nel clan, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante.  Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, estendendo la ricerca almeno alla generazione che precede, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma

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