Sarcopenia e medicina biologica

Sarcopenia e medicina biologica

La sarcopenia in medicina biologica è da considerare un conflitto che trova soluzione riducendo funzioni meccaniche e capacità metaboliche. La sarcopenia è la perdita di massa muscolare oltre un livello fisiologicamente accettabile. La sarcopenia non implica conseguenze solo sulla capacità di svolgere funzioni meccaniche, ma determina anche la perdita di capacità metaboliche. La sarcopenia è, infatti, coinvolta sia nell’inabilità sia nella malattia. La massa muscolare è la principale riserva di glicogeno e di potassio. La riserva di energia il sistema immunitario e per tutte le altre attività biologiche è pertanto in relazione alle corrette proporzioni di massa muscolare. La mancanza di massa muscolare determina inoltre un’alterazione della termoregolazione con intolleranza sia al freddo sia al caldo, ed è associata al diabete tipo II. La sarcopenia è dovuta sia a una diminuzione di massa muscolare come valore assoluto, sia a una diminuzione della forza di questa massa, fenomeni in parte indipendenti. La sarcopenia è un fenomeno parzialmente riferibile all’età, a malattie somatiche e coincide con conflitti biologici non risolti.

Durante lo sviluppo embrionale è dal mesoderma che deriva il tessuto muscolare. La capacità di questo tessuto di compiere contrazione dipende da filamenti di sostanze proteiche, ovvero actina e miosina, denominate miofibrille. Il tessuto muscolare, nell’evoluzione biologica, assolve a un’importante funzione inerente al comportamento degli organismi maggiormente evoluti. Il movimento intenzionale è la base delle specializzazioni funzionali e dell’evoluzione della coscienza.

Secondo la medicina biologica la muscolatura striata esprime dunque la capacità  di locomozione intenzionale. Le forme di vita più antiche, come gli unicellulari nel brodo primordiale affidano la loro locomozione ai movimenti spontanei dell’acqua. Nel mammifero la muscolatura esprime la capacità di programmare la locomozione e l’intenzione in un contesto in cui la gravità terrestre comporta per questo notevole dispendio energetico. Osserviamo pertanto che la muscolatura è la riserva più rilevante di glicogeno proprio a conferma di quanto sia costoso in termini energia il movimento. Nell’essere umano inoltre il raggiungimento della stazione eretta amplifica i significati della muscolatura striata. Infatti la stazione eretta diviene anche significativa della dignità umana, mentre l’inchino o la genuflessione evidenziano al contrario il riconoscimento di altrui dignità.

Sarcopenia e medicina biologica
Sarcopenia e medicina biologica

Secondo la medicina biologia per le relazioni che l’uomo antico intratteneva nel clan, quale complessa organizzazione sociale essenziale per la sopravvivenza, la muscolatura parametrata l’ordine gerarchico. L’alfa dominante nel clan possedeva più massa muscolare o massa muscolare di maggiore efficienza. La selezione di un leader alfa dominante per via della potenza del suo apparato muscolare ha un’eminente funzione biologica. Quel leader dovrà anche provvedere alla difesa del clan dai predatori di umani e a battute di caccia proficue, utili all’apporto di proteine necessarie al sostentamento del clan stesso.

Selezionare il rango nel clan tramite confronti dei singoli riguardo alla loro capacità muscolare, appare pertanto un parametro sensato per la sopravvivenza. Il campo emozionale coerente con muscolatura striata e in particolar per la sarcopenia è la collera. Gli individui che esprimono normocollera sono dotati di una grande capacità muscolare, che scivola in sintesi induttiva verso la fantasia e creatività. Questi individui sono un arricchimento per la società nella quale vivono. Al contrario gli ipercollerici, divengono leader spietati quanto egoisti, mentre gli ipocollerici i loro feroci esecutori acritici. La lesione muscolare  è accompagnata spesso da un’alternanza d’ipercollera e ipocollera. Nella sarcopenia prevale l’ipocollera.

I meccanismi che scatenano una lesione sul tessuto muscolatura striata come nella sarcopenia, sono coerenti con un conflitto attivo immaginato nella relazione faticosa con un dominante, nella lotta per la conquista di un rango, nell’espressione d’intenzione o nel valore sociale desiderato. Quando le tematiche indicate rimangono sospese e prive di una soluzione a livello cosciente, le parti più antiche del sistema nervoso centrale entrano dunque in gioco riattivando il tessuto che nella notte dei tempi risolse conflitti d’intenzione, movimento e rango. La sarcopenia è una destrutturazione di quel tessuto che nell’evoluzione ha risposto a un conflitto simile a quello risentito dal malato. Il sarcopenico non deve essere oggettivamente sottoposto a un conflitto di rango, valore o d’intenzione. Per scatenare la risposta sul tessuto come in sarcopenia è sufficiente che egli risenta a livello immaginativo eventi della sua vita, in tal modo.

Per la medicina biologica la ricerca del senso nei comportamenti e nella malattia  e la responsabilità del malato nei confronti di se stesso sono fondamentali  per ogni terapia. La medicina biologica cerca oltre la corporeità della malattia anche la finalità sensata della malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, del risentito, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcuni comportamenti possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma

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