Cervello e medicina biologica
La medicina biologica osserva il cervello come un organo che realizza una soluzione precisa nei complessi processi dell’evoluzione. La comprensione del senso biologico realizzato da un organo favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali, che la sua malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nel cervello e nella sua funzione è dunque premessa per la conflittolisi e contribuisce al decorso di tutte sue possibili malattie connesse. La mente umana è un capolavoro biologico ed è connessa alle capacità espresse dal cervello. Questo organo è altamente specializzato nell’elaborazione di segnali bioelettrici. Il cervello ha il compito di coordinare le diverse funzioni dei nostri organi al fine di garantire la sopravvivenza del singolo e\o della specie. Le cellule nervose sono dotate di una sensibilità che permette di ricevere, riconoscere e trasmettere tutti gli stimoli provenienti dall’esterno e dall’interno del nostro organismo. Successivamente all’elaborazione delle informazioni pervenutegli, il cervello provvede alle risposte adattive e omeostatiche richieste. Il cervello nell’evoluzione, assolve progressivamente ai seguenti compiti denotati per ogni specie di particolari estensioni e applicazioni:
1) omeostasi e sopravvivenza ( funzioni automatiche e inconsce )
2) elaborazione sensoriale
3) compiti motori
4) valutazione, ragionamento, pensiero, memoria ( funzioni cognitive e consce)
Al cervello spetta un ruolo essenziale nella gestione di informazioni che viaggiano sotto forma di perturbazioni del potenziale di membrana delle cellule. Queste informazioni vengono elaborate nell’ambito di complessi sistemi di accoppiamento tra evento elettrico ed eventi biochimici entro dei compartimenti specifici dello spazio intercellulare che chiamiamo sinapsi. Il cervello si forma intorno al sedicesimo giorno di vita, il suo inizio embrionale viene chiamato placca neurale. Questa la placca, durante lo sviluppo embrionale, evolve gradualmente attraversando tutte le tappe significative dell’evoluzione della vita, culminando nel cervello umano.
Interessante osservare in questo contesto che il cervello deriva dai tessuti ectodermici, come la pelle o gli organi di senso. Questo implica che informazione ed elaborazione di informazione devono necessariamente essere connesse per esprimerne la funzione. La crescita del cervello come massa e funzione è una particolare caratteristica dell’evoluzione umana. L’espansione del cervello nella scatola cranica con le ripercussioni di una fronte più spaziosa e l’arretramento della mandibola, nel corso del tempo, conferiranno al volto le caratteristiche umane. L’ evoluzione umana possiede pertanto intimi legami con la crescita del suo cervello. L’uomo moderno si distingue dai suoi predecessori soprattutto per aver espanso in modo particolare le capacità del proprio cervello connesse alla capacità di valutazione e ragionamento. Il cervello umano, possiede una tale capacità di ragionamento da poter esprimere una coscienza di essere. Con questa facoltà, l’ essere uomo può addirittura svincolare la coscienza dai tessuti dalla quale proviene. Infatti la coscienza più si eleva, più diviene indipendente dal corpo di provenienza.
Il cervello umano secondo la medicina biologica può processare le informazioni che lo alimentano tramite due correlazioni logiche. Questa doppia capacità è la distinzione fondamentale tra l’uomo e il suo precursore umano. L’uomo è tale, per la capacità di pensare tramite un cervello “doppio” nella sua funzione. A livello fisico, oltre ad un aumento del numero di cellule nervose, i neuroni, sono aumentate anche le loro sinapsi, ovvero i collegamenti tra i neuroni. Un’elaborazione dei dati più raffinata costituisce la caratteristica fondamentale del pensiero umano. Da una elaborazione più complessa dei dati operata cervello umano, deriva un’espansione di coscienza. L’essere umano è una macchina biologica che produce coscienza. Ne produce così tanta che ambisce nel suo compimento, all’indipendenza dal tessuto dal quale si genera.
In medicina biologica le due correlazioni logiche che può fare un cervello umano sono denominate: analisi causale e sintesi induttiva Il cervello “ doppio” è la differenza sostanziale tra uomo e i suoi predecessori. L’esercizio di questa facoltà permette all’uomo di espandere la coscienza e iniziando dalla coscienza del proprio corpo. Un processo in progressione che non è ancora terminato. L’uomo è destinato a comprendere perché si ammala invece di vivere semplicemente la sua malattia. L’uomo può comprendere grazie al suo cervello “doppio” , perché il suo cervello elementare e antico provvede alla sua sopravvivenza anche attraverso lesioni che denominiamo malattia. Il cervello appartiene all’orbita funzionale rene e il campo emozionale connesso è la normopaura. Il cervello permette all’essere umano quello che permette anche agli animali, ovvero l’omeostasi e innumerevoli variabili fisiologiche al fine della sopravvivenza del singolo e della specie. Questi processi sono gestiti dalle parti più antiche del cervello in forma inconscia e automatica. Poi esistono le componenti nuove o moderne del cervello, quelle che proprio al livello di essere umano implicano l’aumento di dimensioni e funzione. Queste gestiscono il conscio, ovvero la parte che può osservare ciò che avviene nell’inconscio. Il cervello umano acquisisce forza grazie alla doppia possibilità di elaborazione delle informazioni che gli pervengono. L’uomo è il primo di tutte le specie di vita prodotte sul pianeta a poter divenire consapevole di ciò che è, acquisendo quella consapevolezza corporale che precede il superamento della necessita di essere corpo. Il cervello comanda la malattia. La malattia è necessaria per garantire la sopravvivenza. La malattia è necessaria per garantire evoluzione. Le lesioni del cervello sono pertanto in relazione a tutte le tematiche e risentiti conflittuali operati nei vari tessuti del corpo. In ogni area del cervello è rappresentato il corpo e il mondo. Quando un cervello esprime una lesione di quella area, questo processo implica lo stesso conflitto biologico e risentito deì tessuti e funzioni serviti da tale area.
Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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