Alcolismo e medicina biologica

Alcolismo e medicina biologica

La medicina biologica nell’ alcolismo integra le terapie previste, favorendo la comprensione del senso che la malattia esprime. L’ alcolismo è una sindrome compulsiva caratterizza dall’assunzione di grandi quantità di alcol. L’ alcolismo è un comportamento connesso a compulsione o coazione a ripetere che produce conseguenze fisiche emozionali e relazionali per il paziente. Il bere nell’alcolismo è incontrollato, la libertà del paziente compromessa e si osserva una connessione con la depressione. L’ alcolismo è un malattia molto antica e in fluida contiguità con l’uso consapevole degli stati di disinibizione connessi. Rituali di gruppo motivati dalla miseria umana, familiare o da errata comprensione della spiritualità possono slatentizzare la malattia.

L’ alcolismo  è considerata una malattia curabile, premesso che il paziente scelga e sia responsabile nel processo di cura. Fattori di rischio per l’ alcolismo sono considerati lo stress, la genetica, la depressione, l’età, i costumi culturali e il sesso. L’ alcolismo è più frequente tra gli uomini, anche se negli ultimi decenni, la percentuale di alcolisti di sesso femminile è aumentata e quest’ ultime peggio tollerano il danno connesso. I danni dell’ alcolismo colpiscono quasi ogni organo del corpo, compreso il cervello, causando una serie di disturbi fisici e psichici.

Spesso l’ alcolismo traina anche dipendenza verso altre sostanze ad azione psicotropa e verso gli psicofarmaci. L’incapacità del paziente affetto di controllare l’assunzione di alcol, nonostante la consapevolezza del danno alla salute mentale fisica e emozionale è il sintomo caratteristico. Tra i pazienti che si sottopongono ai trattamenti medici nei casi di dipendenza , la maggior parte di essi sono connessi a alcolsimo, che si può considerare pertanto la dipendenza numericamente più significativa. I costi sociali ed economici dell’ alcolismo sono pertanto enormi. La dipendenza  da alcol può avere effetti negativi sulla salute mentale, causando disturbi psichiatrici e aumentando il rischio di suicidio. La dipendenza da alcol può causare una serie di condizioni cliniche, tra cui:

  • cirrosi epatica
  • pancreatite
  • epilessia
  • polineuropatia
  • sindrome di Wernicke-Korsakoff
  • malattie cardiache
  • carenze nutrizionali
  • disfunzioni sessuali
  • alterazioni dei campi emozionali
  • alterazioni della personalità
  • alterazioni immunitarie
  • alterazioni metaboliche

L’ alcolismo può determinare danni al sistema nervoso centrale e una vasta gamma di problemi di salute mentale. La correlazione tra depressione e alcolismo è ben documentata e i passaggi dall’una all’altra condizione sono bidirezionali. L’ alcolismo è associato ad un aumentato rischio di commettere reati, perdita del proprio posto di lavoro, alterazioni della personalità e all’isolamento dalla famiglia e dagli amici. La terapia dell’ alcolismo è multidisciplinare è può includere la dieta, perchè una nutrizione corretta favorisce qualsiasi trattamento medico. Le terapia nel complesso si concentra su come aiutare e motivare i pazienti ad interrompere l’assunzione di alcol, tramite la terapia della parola i gruppi di sostegno e il supporto farmacologico o biologico per le problematiche dell’astinenza. Dal momento che la dipendenza da alcol coinvolge molteplici fattori che favoriscono una persona a continuare a bere, tutti questi devono essere affrontati per evitare recidive. La disassuefazione da alcol è pertanto una terapia che implica diversi strumenti da calibrare e proporzionare sul singolo caso. La medicina biologica è  utile per valutare il senso applicato da ogni malattia e integrare un percorso di consapevolezza del paziente nel trattamento multidisciplinare della dipendenza da alcol.

Alcolismo e medicina biologica
Alcolismo e medicina biologica

Per comprendere il senso applicato dalla malattia alcolismo secondo la medicina biologica è necessario definire la dipendenza e la particolare condizione umana relativamente alla neotenia. La dipendenza è una fase fisiologica nell’accrescimento dei cuccioli nel mammifero, per la quale il neonato dipende dalla funzione genitoriale per la sicurezza, nutrizione e sopravvivenza. La fase della dipendenza connessa alla funzione genitoriale si riduce di intensità e estensione progressivamente nel tempo con l’acquisizione del cucciolo di informazione e capacità. Lo sviluppo del sistema nervoso, la formazione e acquisizione di capacità biologiche riducono nel tempo denominato infanzia la dipendenza progressivamente. Il cucciolo è sottoposto durante la dipendenza genitoriale ad un training preciso che sarà formativo delle capacità necessarie all’adulto. La natura ha previsto per ogni mammifero precisi rituali di comportamento e esperienziali atti a formare adulti che vengono somministrati in modo ripetitivo ad ogni generazione. La culminante di questi processi formativi del cucciolo è la maturazione sessuale e l’acquisizione di una completa autonomia dalla funzione genitoriale. Il mammifero fuoriesce a quel punto dalla dipendenza genitoriale e affronta autonomamente la propria vita. Il processo è generalmente coincidente con una amnesia pietosa riguardo ai propri genitori. La maturazione sessuale e la fuori uscita dal nido genitoriale comporta a secondo delle specie, una amnesia o ipomnesia sulla relazione genitoriale pregressa.

Il mammifero uomo aggiunge a quanto esposto un sua particolare condizione denominata neotenia. Viene definito neotenia il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono le caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili. La neotenia per la specie umana è un adattamento necessario per permettere il parto di un mammifero nel quale il sistema nervoso e il cranio che lo racchiude si sono sviluppati più rapidamente del canale del parto dal quale fuoriescono in forma di neonato. Pertanto la riproduzione umana termina la fase intrauterina ad uno stadio di sviluppo più infantile di quello degli altri mammiferi. Quest’adattamento permette di partorire un mammifero dalla capacità cranica altrimenti non proporzionata alle possibilità materne di partorire. Il mammifero uomo termina nella vita extrauterina lo sviluppo che altri mammiferi svolgono durante l’accrescimento intrauterino. Questo adattamento implica però una fase della dipendenza dalla funzione genitoriale più lunga e complessa. Anche la maturazione sessuale dell’essere umano coincide piuttosto raramente con l’acquisizione di autonomia dal nido genitoriale. Infine la amnesia pietosa per la quale i mammiferi tendono a dimenticare la fase della dipendenza e i suoi dolori è omessa per la specie umana. L’uomo ricorda vita natural durante i propri genitori e i conflitti implicati. Si tratta di una necessità connessa alla estesa neotenia umana. Inoltre l’ipermnesia della fase della dipendenza dovrebbe favorire le relazione cooperative a scapito di quelle competitive. Il ricordo di relazione in cooperazione dovrebbe favorire la cooperazione. L’uomo pertanto ha un fase di dipendenza più lunga di tutti gli altri mammiferi e per certi versi non la completa. Secondo la medicina biologica la mancata conclusione della fase fisiologica di dipendenza è la chiava di lettura per tutte le dipendenze e tra questa in particolare l’alcolismo. L’ alcolismo produce infatti sia la restrizione della libertà come nei bambini, ma anche la tipica disinibizione dei bambini. L’ alcolismo emula per la durata dell’effetto alcol uno stato di infanzia illusorio e espone l’alcolista ad essere preso sotto la tutela di altri. Per la medicina biologica l’ alcolismo è in relazione ad una adolescenza non conclusa. Una incompleta fuoriuscita dalla tutela genitoriale possono rappresentare la condizione nella quale successivamente un lutto o separazione traumatica scatenano l’ alcolismo. Il conflitto biologico scatenante è risentito per un adulto come gestibile, mentre è risentito mortale per un bambino.

Per la medicina biologicala ricerca del senso di una malattia non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche la finalità sensata della malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcuni comportamenti possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma

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