Gioia eccessiva o ipergioia e medicina biologica
La gioia eccessiva o ipergioia è per la medicina biologica un’espressione disarmonica, esagerata e inefficace del campo emozionale normo gioia. Il campo emozionale iper gioia è la trasposizione temporale del campo emozionale gioia dal presente al futuro. L’ipergioiso incapace di gioia nel presente s’illude di trovarla nel suo futuro. Questa ipotesi però si realizza solo a precise e limitanti condizioni. Questo campo emozionale è assimilabile allo stato di desiderio. In ipergioia la coscienza limita il mondo interiore ed espande quello esteriore. L’uomo non è felice, ma desidera esserlo, tanto intensamente da immaginare condizioni favorevoli di tale felicità. Si sarà felici pertanto solo e quando si realizzeranno le condizioni per esserlo. La gioia non è più indipendente dal mondo, ma diventa realizzazione di un certo mondo. Questa illusione di futuro ovviamente svanisce gradualmente soprattutto quando il futuro si realizza.
L’uomo nell’iper gioia ha perso il contatto con il sommo piacere e diventa preda di qualsiasi piacere, si trova dunque catapultato nel mondo dei desideri. Il desiderio però per esistere richiede di non essere mai realizzato. L’uomo in ipergioia non concepisce uno stato perfetto e attuale, dunque desidera e si sposta con la propria immaginazione nel futuro ovvero nello spazio fittizio di eventuale benessere. “Sarò felice quando si realizzeranno determinate condizioni”. Purtroppo con il realizzarsi di queste condizioni, il gioco si ripete e le richieste si moltiplicano. L’appagamento è trasferito ancora una volta nel futuro. Si richiedono nuove condizioni ottimali per provare appagamento. L’assuefazione alla rincorsa del desiderio richiede una dose sempre maggiore di desideri da realizzare.
La società consumistica è basata su questo campo emozionale. Si tratta di una società che esprime eccesso di gioia commercializzando gioia differita. Trasferire la gioia dal presente al futuro tramite il desiderio ha però l’effetto collaterale di produrre fretta e accelerazione . I desideri sfumano in quanto tali rapidamente quando si attuano. Quindi la soluzione e sostituire la meta acquisita rapidamente con quella ancora da acquisire. I desideri realizzati si trasformano in tormento e questo crea la necessità generare velocemente nuovi desideri. Nelle forme più estreme di questo disturbo, assistiamo ad uno svuotamento affettivo del soggetto che ne soffre. La soddisfazione interiore proiettata nel mondo diviene rapidamente desiderio di un certo mondo.
La sessualità dell’ipergioioso è proiettata come desiderio nel futuro. Il partner con il quale si ha la relazione è risentito come un vero tormento. Il partner futuro invece è desiderato spasmodicamente. Talvolta l’ipergioioso scinde il proprio corpo dal piacere. Quando l’ipergioioso sperimenta con un partner l’atto sessuale non prova piacere, ma desiderio e prefigurazione del successivo. Al posto del piacere di essere in relazione nel presente, si sostituisce il desiderio di essere in relazione nel futuro. Purtroppo ogniqualvolta si realizza un futuro immaginato esso diventa inevitabilmente parte del presente e pertanto nuovo tormento.
In questo meccanismo vorticoso il partner diventa altrettanto oggetto di un desiderio, quindi soggetto a rapido decadimento e destinato alla sostituzione. La separazione di una coppia per l’ipergioioso non costituisce affatto un incidente, ma è parte del progetto. L’uomo affetto da ipergioia è illuso. Talvolta questa condizione dura una vita, altre volte fino a che la sofferenza che ne deriva spezza le catene e libera lo schiavo del desiderio.
Il desiderio quale gioia differita nel futuro, ha per la medicina biologica implicazioni anche sessuali. La sessualità dell’ipergioioso tende ad essere veloce e distratta. L’ipergioiso immagina durante il rapporto un altro partner ovvero il successivo. Il presente per l’ipergioioso è tormento e pertanto disdegna un’estensione temporale di atto sessuale. L’atto sessuale, magari intensamente desiderato prima di compierlo, tende ad essere rapido e limitato nel piacere. Allora l’uomo o donna affetti da iper gioia iniziano con la mente inesorabilmente a trasferirsi nel futuro. L’ipergioioso è sessualmente pigro, perché pensa che sarà straordinariamente sessuale successivamente. La proiezione della soddisfazione sessuale dal presente a un futuro ipotizzato è molto penalizzante per la relazione. Il partner attuale è privato della necessaria attenzione. Si passa dalla presenza e coscienza nell’atto sessuale, alla distrazione per il tramite dell’atto sessuale. La ripetizione di questo processo nel tempo crea difficoltà anche nell’espressione fisica dell’atto. I partner sessuali dell’ipergioioso lamentano un atto assente e frettoloso.
L’ipergioia oltre ad essere coinvolta in una serie di condizioni caratterizzanti soprattutto la vita moderna delle grandi metropoli è implicata secondo la medicina biologica purtroppo anche nel calo delle nascite. Se una coppia vive la propria soddisfazione non più al presente, ma nella proiezione futura, allora è consciamente o inconsciamente protesa ad accelerare i tempi. L’accelerazione della vita nelle metropoli rispetto alla vita nelle aree ancora rurali è dovuta alla predominanza nelle metropoli di ipergioiosi.
Osserviamo anche che le aree rurali sono state e sono tuttora abbandonate spesso nel desiderio di un futuro migliore. Ma il prezzo di questo percorso è la accelerazione di tutti i processi. Tutto deve avvenire più in fretta: inizio, sviluppo, compimento, fine e nuovo inizio di qualsiasi evento subiscono una evidente accelerazione. Chiunque da una metropoli vada per un periodo un soggiorno in una delle aree denominate con arroganza, “ arretrate ” apprezza questa differenza di organizzazione temporale.
Purtroppo la fisiologia della riproduzione secondo la medicina biologica è quella che ereditiamo dai nostri antenati e che ci accomuna con tutti i mammiferi. La progettazione, la protezione di un nido, la gestazione e la crescita del cucciolo fino alla sua capacità di sopravvivere autonomamente sono indubbiamente processi lenti, che coinvolgono un arco di tempo considerevole soprattutto nell’uomo. Sarà sempre più difficile per chi è risucchiato dal vortici della accelerazione concepire di dedicarsi ad una funzione biologica così estesa nel tempo come la riproduzione.
Questo si manifesta alternativamente con una propensione a non riprodursi oppure la riproduzione viene differita nel futuro. Quindi si diventerà madri e padri in età avanzata. In sinergia con questo particolare campo emozionale, la medicina moderna ha messo in campo risorse scientifiche e ricercatori di alto livello il cui obiettivo e permettere agli ipergioiosi di differire nel futuro il momento della riproduzione.
Destinare la riproduzione al futuro è un buon modo di poter accelerare nel presente senza dover fare in conti con la lentezza della riproduzione biologica come predisposta da madre natura. Si può prevedere che ogni risultato scientifico nello sviluppo di tecnologie dell’infertilità coniugale sposterà ancora più in avanti nel tempo il desiderio di riproduzione. L’apice di questa tendenza è la riproduzione post mortem del soggetto riproduttore.
La gioia eccessiva in medicina biologica è implicata nel desiderio e accelerazione temporale e rappresenta il campo emozionale, dove insorgono tutte le illusioni. Al contrario aderire pienamente alla realtà con rispetto della corporeità e dei connessi tempi biologici favorisce il percorso faticoso verso il trascendente senza cadere nella rete dell’illusione. L’ipergioiso è una macchina che produce desideri fino al momento che questi sono disillusi dalla realtà. Questo gioco infinito nel quale si producono sempre nuovi desideri prevede superata una certa soglia sempre una sorta di tradimento. Ci si può illudere di essere felice nel futuro, ma si rischia sempre di svegliarsi il giorno comprendendo che il futuro non è possibile raggiungerlo. L’ ipergioia in medicina biologica include purtroppo sempre il tradimento programmato dell’illusione. Questo evento può sorprendere presto oppure tardi nella vita di una persona. Al più tardi al momento della morte ci si rende conto che il futuro è un’ipotesi non una realtà.
Per la medicina biologica la valutazione dei campi emozionali non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche il mezzo e la finalità sensata di ogni malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dai campi applicati, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Una valutazione dei campi emozionali e del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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