Disease mongering e medicina biologica
La medicina biologica è coinvolta nel contrasto al disease mongering e promuove una maggiore informazione dei pazienti verso la malattia. Il disease mongering è un termine tecnico connesso al marketing dei farmaci. Il disease mongering definisce tutte le strategie di mercato finalizzate a promuovere l’uso di un farmaco in soggetti che presumibilmente non ne avrebbero bisogno. Il massimo obiettivo del disease mongering è la vendita del prodotto farmaceutico al soggetto sano. Le tecniche maggiormente diffuse di disease mongering sono cinque:
1) La definizione di salute come una serie di parametri strumentali idonea a misurarla e in seguito il loro progressivo restringimento. Ogni riduzione di normalità così definita, aumenta il bacino di persone che diventano malate. Questo è funzionale a determinare un loro consumo di farmaco crescente nel tempo. Le connessioni tra gli esperti che definiscono i parametri di un esame come normali e l’industria farmaceutica permettono di attuare questa possibilità. Il Journal of American Medical Association ha pubblicato uno studio nel 2002 che evidenziava che l’87% degli esperti deputati a definire tecnicamente i confini della salute ha conflitti d’interesse o direttamente legami con l’industria farmaceutica .
2) La promozione di screening di massa per molte patologie sfruttando l’emotività e i messaggi allarmanti sui massa media. Se si sottopone un numero maggiore di persone a controlli strumentali, altrettanto aumentano coloro che dopo tali controlli sono definiti come malati. Questo effetto è ancora più potente se è successivo a una ristretta definizione di normalità all’esame stesso.
3) La trasmutazione di situazioni di salute e fisiologia in condizioni medico-sanitarie da medicare. Tali situazioni come adolescenza, la gravidanza o la menopausa dovrebbero far parte della normalità della condizione umana e la loro medicazione dovrebbe essere riservata solo alle malattie che possono coincidere. Le persone sono invece indotte a ritenere vere e proprie malattie, quei passaggi certamente impegnativi della propria vita, che in precedenza alle campagne di persuasione erano però accettati senza supporto farmacologico.
4) La trascuratezza riguardo a procedure di prevenzione naturali come, nutrizione, stile di vita e tutela ambientale aumenta il numero di persone che diverranno con il tempo malati assoggettabili a terapia farmacologica. I pareri spesso negativi diffusi da medici e ricercatori riguardo alla possibilità di incidere sulla salute migliorando la prevenzione naturale, di fatto, sono spesso coscientemente o incoscientemente parte del disease mongering. Tutte le figure che in ruoli diversi producono danno all’ambiente e omettono di promuovere un corretto stile di vita determinano nel tempo una maggiore richiesta di farmaci deputati a contrastarne gli effetti.
5) L’omissione della ricerca riguardo a strumenti di terapia alternativi al farmaco, come tutti quelli inclusi nella medicina biologica, determina un aumento dei potenziali acquirenti di farmaco. La quasi totalità degli studi di ricerca paragona il farmaco al placebo o ad altro farmaco. Si trascura intenzionalmente con tale impostazione la possibilità di paragonare il farmaco a terapie non farmacologiche. L’assurdità del metodo è l’assimilazione della terapia non farmacologica al placebo. Quest’assimilazione oltre ad non essere validata induce ampie masse di persone e purtroppo anche di medici a pensare alla terapia solo e limitatamente come alla somministrazione di un farmaco.
Il disease mongering è una pratica insidiosa perché occultata all’interno di comportamenti spesso carichi di valore per la tutela della salute. Collaborano al disease mongering i medici esperti, ricercatori, medici prescrittori, i mass media, e spesso personalità famose. Tutti assumono in ruoli diversi comportamenti deputati tutti a favorire l’allargamento del mercato farmaceutico. Le strategie di comunicazione sono ingenerare allarme riguardo a una malattia, informare sull’esistenza di esami deputati ad accertarla e informare sull’esistenza di una nuova terapia esclusivamente farmacologica deputata a sconfiggerla. Coloro che collaborano al disease mongering lo fanno consapevolmente o inconsapevolmente. Molti diffondono comportamenti e informazioni idonee ad aumentare la vendita di farmaci in perfetta buona fede. A un livello più profondo, il disease mongering contribuisce a modificare il modo in cui sono percepite la salute e la malattia, promuovendo comportamenti pericolosi e costosi. Secondo la medicina biologica il disease mongering è censurabile perché comporta un danno alla salute pubblica e minaccia la sostenibilità economica della spesa sociale. La medicina biologica è coinvolta nel contrasto al disease mongering perché promuove un atteggiamento verso la malattia meno allarmante e decisamente più informato. La medicina biologica dispone di una serie di strumenti di terapia alternatici al farmaco riducendo la sua necessità in molte situazioni cliniche. La maggiore consapevolezza di poter curare molte malattie con le conoscenze dalla biologia e della fisiologia riduce il ruolo invadente dell’industria farmaceutica nella terapia dell’essere umano, esaltando del farmaco il suo corretto uso e contrastandone l’abuso.
Per la medicina biologica la ricerca del senso di una malattia non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche la finalità sensata della malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcuni comportamenti possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Fabio Elvio Farello, Medicina biologica a Roma