Anoressia nervosa e medicina biologica

Anoressia nervosa e medicina biologica

anoressia
anoressia

La medicina biologica osserva l’ anoressia nervosa,  come una risposta adattativa codificata per compensare un conflitto patito dagli antenati nel corso dell’ evoluzione sul pianeta. L’anoressia nervosa  è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal rifiuto del cibo. Nelle forme più gravi si determina malnutrizione, inedia e amenorrea. L’ anoressia nervosa è una sindrome adattativa a stress che coinvolge e nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche. L’anoressia nervosa è considerata una malattia emergente in epoca moderna, anche se rari casi furono osservati anche in epoche antecedenti. Malintesi sul significato di spiritualità operati da svariati culti religiosi contribuirono a  valutare l’anoressia era vista come un traguardo spirituale da raggiungere. Si tratta di un periodo oscuro della mente umana o in cui spesso si cercava il perseguimento di virtù spirituali attraverso la mortificazione del corpo.

Solo in epoca moderna, anche per l’ increscioso aumento dei casi in osservazioni si è inserita l’ anoressia nervosa nelle malattie, privandola di quell’alone di ignoranza spirituale che la per secoli caratterizzata. Lp studio del disturbo mette in evidenza una risposta adattativa a stress caratterizzata da:

  • rifiuto del cibo
  • alterazione dell’asse endocrino
  • disturbi digestivi
  • magrezza estrema
  • paura di ingrassare
  • rifiuto delle cure
  • osteosarcopenia
  • deficitit immunitario
  • induzione di vomito
  • psicoastenia
  • melanconia
  • ansia
  • arretramento dello sviluppo sessuale

Nonostante che l’anoressia sia una malattia più frequente delle donne, si osservano casi altrettanto negli uomini eterosessuali ed omosessuali. L’anoressia è una vera e propria emergenza sanitaria nei paesi occidentali industrializzati. Alla medioevale induzione sessofobica si associa in epoca industriale una elevata disponibilità di calorie alimentari di scarso valore se non tossiche. La persistenza di sacche sessofobiche a colorazione confessionale con il degrado del cibo industriale ha determinato la tempesta perfetta nella quale dilaga il disturbo . Alle sacche di sessofobia confessionale si associa il vivere aree culturali moderne dove la magrezza viene enfatizzata come un valore sociale positivo.  È qui importante sottolineare che l’anoressia è una sindrome legata al  finto benessere del supermercato, come dimostra la sua assenza nei paesi più poveri dell’ Africa, Asia e America Latina. Sebbene la medicina convenzionale affermi che le cause dell’anoressia nervosa non siano del tutto chiare, certamente una riflessione sul degrado del cibo con il trasferimento della sua produzione dalle campagne verso i siti industriali sarebbe almeno opportuna. La ricerca in medicina è però fortemente limitata dall’influenza dell’aziende farmaceutiche che vedono nel trend crescente dell’ anoressia un mercato al quale propinare priscofarmaci.   La terapia convenzionale dell’ anoressia si avvale infatti di psicofarmaci, alimentazione forzata e psicoterapia nei casi più fortunati. Il problema più rilevante del trattamento è ottenere la collaborazione del malato che in genere rifiuta il cibo con la stessa veemenza con la quale rifiuta terapia.

In medicina biologica l’anoressia nervosa avviene nel campo emozionale iperriflessione e affligge le Orbite funzionali Stomaco e Milza Pancreas. Il conflitto patito dal paziente è in relazione all’acquisizione la cui risposta adattattiva è non acquisire. Nell’ immaginazione umana acquisire non riguarda soltanto l’acquisizione di cibo come a livello animale. Per l’ essere umano il conflitto di acquisizione si può patire in relazione ad beni intellettuali, beni materiali, affetti, ruolo sociale o sessuale. Il conflitto di acquisizione si può risolvere aumentando le capacità acquisitive come nella gastrite o rifiutando di acquisire come nell’anoressia. Un risentito connesso a tossicità del “bene” da acquisire vira energicamente la risposta adattativa verso il rifiuto di acquisire.

La gestione cosciente dei conflitti biologici e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale di ogni paziente. Tutte le malattie  sono una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta o a livello comportamentale.  Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni  e di comportamenti applicati non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali  si realizzano nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “meccanica” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma